giovedì, settembre 27, 2007

Il vero pericolo non è Grillo

Sul fenomeno Grillo si sono già versati, e si continueranno a versare, fiumi di inchiostro.
La fondatezza dei motivi di doglianza degli italiani (per dirla in
linguaggio curiale) ben rappresentati dalla simpatia del comico genovese, non è più messa in discussione.
Opinionisti, politici e politologi sono concordi nel riconoscere quanto l'esercizio del potere politico si sia ormai "dissociato" e sempre allontanato dalle possibilità di recuperare fiducia e credibilità.
Si è visto che anche le forze politiche più "arrabbiate" appena in scranno perdono, assieme alla verve agitatoria, molti dei genuini ideali.
Oggi nessun politico, di mestiere o di fatto, è in grado di ottenere la fiducia ed il potere necessari per avviare un vero processo riformatore.
Il PD ha schierato nei fatti, salvo qualche rara, ma allineatissima eccezione, la fotocopia della sua classe dirigente attuale.
Cosa dotrebbe fare di diverso da ciò che (non) ha fatto finora?
Fatte le debite proporzioni, torna il ricordo delle "grandi riforme" di craxiana memoria.
Riforme che si dovevano attuare con il C.A.F. (sic!).

Rassegnamoci.

Ciò che i nostri politici non vedono - semplicemente perchè non lo possono/vogliono più vedere - è la vicinanza del punto di rottura.
Come nel teorema di Eulero: una massa gravante su un elemento verticale può essere sostenuta in equilibrio da un infimo sostegno, eliminarlo è uno scherzo, ma provoca l'inarrestabile collasso.
Oggi basta un provvedimento sbagliato, una tassa in più, uno scandalo serio ed il livello di incazzatura può esplodere.
Altro che le monetine dell'hotel Raphael.
Allora non c'era internet, l'informazione era ancor più pilotata di oggi e l'onda, che era solo giudiziaria, aveve travolto - quasi - tutto
l'establishment. Quasi tutto, perchè i Ds e parte dei popolari hanno retto grazie alla fiducia dei loro elettori.
Oggi, con l'operazione PD, la fiducia cieca degli elettori DS e Popolari non esiste più e nemmeno lo spauracchio Berlusconi serve a unificare.
L'incazzo odierno non è giudiziario ma sta nel "cuore", prima che nella pancia, della gente.
E' il cuore che si sente tradito da questi nostri politici di sinistra, orbi di fronte alla catastrofe imminente.
Lo vedo nel mio comune: 20.000 abitanti, giunta di centro sinistra il partito dei DS non esiste, letteralmente. Ci sono solo "persone" in consiglio comunale. Da un anno non c'è segretario di Sezione, non c'è direttivo, non c'è POLITICA. E nessuno fa nulla, nessuno che dice: ma che stiamo facendo? abbiamo la responsabilità di governare, che cosa diciamo ai cittadini?
Tutti aspettano un PD che non verrà, anche perchè, e le premesse ci sono tutte, sarà un apparato di burocrati che imporrà le direttive ai "funzionari" eletti negli organi locali, Il centro sinistra sta, qui come a Roma, consegnando il governo alla destra. E questo si chiamerà rinnovamento?.
Alternative?
A mio modesto avviso sono solo due:
O torna, appunto, Berlusconi, l'unico capace di farsi gli affari suoi e farsi votare ugualmente poichè ha soldi, stampa e televisioni, o il centro sinistra si "inventa" un modo vero di fare un po di piazza pulita, riducendo all'osso la compagine di governo, facendo una finaziaria di investimenti in scuola e ricerca, sostituendo amministrazioni sclerotizzate, introducendo vere riforme che aboliscano privilegi e corporazioni, introducendo la necessità di guadagnarsi il pane con onestà e non con furbizia.
Insomma segnali forti che rimettano a "lavorare" per davvero fannulloni - esistono esistono - e politici inutili.

Scommettiamo che non succederà?

Chi sostiene che queste sono solo menate qualunquiste o non ha capito nulla o sta remando contro perchè vede messo in pericolo il suo status.
Non è lontano il giorno che vedrà la gente scendere in piazza perchè sfrattata dall'appartamento pignorato, incapace di pagare le bollette del gas, esasperata perchè il pane costa seimila lire al kilo o perchè messa in mobilità e non ce la fa più.

Mettere insieme questo mix esplosivo non ci vuole nulla e, oggi nessun oratore (nemmeno ci prova) sarà capace di placare una piazza inferocita.
E si tratterà di una piazza assolutamente trasversale sorda a qualunque appello alla pazienza ed alla ragionevolezza.
Si chiamerà allora la Polizia?
E se per caso i poliziotti si schierano con il popolo?

Giuliano Bastianello

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