venerdì, dicembre 09, 2005

Il sistema Impossibile

Al di là delle apparenze formali, cioè ciò che mostrano i media, la differenza principale tra una dittatura e una democrazia non è tanto nell'assenza di libertà di stampa e di parola, o le leggi che vengono promulgate dal capo del regime e non da un parlamento, ecc. ecc..,ma sta nel fatto che il "tesoro", cioè la Cassa dello Stato, sia coincidente con la proprietà privata del dittatore.
Le quote di ricchezze (provengano esse da petrolio, tasse o predazioni, ha poca importanza) incamerate dal despota è ovviamente decisa dal medesimo il quale si circonda di una corte ossequiosa e, giocoforza, sempre concorde.
Al popolo vengono somministrate, assieme a minime dosi di alimenti, cospicue quantità di propaganda religiosa, militare o tutte e due insieme, al fine di mantenerne il controllo.
Con la seconda guerra mondiale non si è affatto estinta la genesi di regimi"autoritari" in Asia, in Africa, in Sudamerica, con qualche rigurgito, più o meno fresco, pure nella vecchia Europa. (Spagna, Portogallo, Grecia, Bosnia...)
Gli stati "democratici" non hanno mai avuto la forza, o il coraggio, di interferire seriamente contro i regimi dittatoriali, soprattutto se guidati da "amici", o per via della religione, o per via di utili scambi commerciali.
Basterebbe questo per dire che nessuno degli attuali governi avrebbe vera forza per contrastare efficacemente, con coerenza, qualunque regime dittatoriale di, più o meno, recente nascita.
Forse è stata la figuraccia che l'occidente ha fatto quando ha acclamato Komeini, esule in Francia, come liberatore dell'IRAN, a rendere prudenti le prese di posizione a favore degli oppositori a regimi dittatoriali, visto che poi finiscono col prenderne il posto.
La democrazia è impossibile da inventare a tavolino.
Un breve inciso: Persino noi, dico noi italiani, la sappiamo usare appena appena. Abbiamo una Carta Costituzionale scritta così bene che qualsiasi tentativo di "riformarla" produce storture e contraddizioni. Eppure è bastato un ricattino della Lega per provare a cambiarla in un modo che fa inorridire.
Avevamo una legge sui lavori pubblici che era una delle migliori del mondo; solo perchè dei delinquenti l'hanno violata, abbiamo ben pensato di riformarla una, due, tre, quattro volte. I delinquenti sono rimasti tali e quali, col solo risultato che gli imprenditori onesti si sono incazzati e invitati a seguire l'onda di chi scommette sull'impunità, grazie alla giustizia che funziona come funziona.
La nostra vecchia legge elettorale proporzionale (un uomo = un voto) conteneva già cospicui premi di maggiornanza (col metodo Dont'). Infatti un deputato eletto nella DC o nel PC valeva 70-90 mila preferenze contro duetrecentomila e più degli eletti nei partiti minori.
Abbiamo, ci hanno, riformato pure quella, inventando un maggioritario che maggioritario non è, visto che il numero di partiti, o meglio di liste, è aumentato in modo esponenziale ed la "stabilità" tanto promessa non riesce a produrre leggi, riforme e programmi seri.
Fine dell'inciso.
Gli USA, con a ruota inglesi, Putin e Berlusconi, hanno preteso il diritto di decidere chi, come, quando e dove un nemico, il loro, deve essere eliminato.
Quel che si è fatto prima, (alleanze, affari) non conta, quel che resta dopo (macerie e disordine), ancora meno. "Nessuno si può permettere di intaccareil nostro livello di vita" ha detto il Presidente 2W Bush ai suoi compatrioti per convincerli che la difesa della democrazia coincide con il quotidiano diritto alla bistecca di manzo.
Gli Usa sono il più grande produttore al mondo di petrolio. Secondo unastatistica del 1962, anni insospettabili, producevano, da soli, due terzi della quantità mondiale (fonte IG DA).
Eppure, come Messico e pochi altri gli USA non fanno parte dell'Opec, strano vero? Quando c'è penuria, o presunta, di greggio, tutti a chiedere clemenza ai paesi Opec mentre gli Usa aprono e chiudono i pozzi senza chiedere nulla a nessuno e ripianano le casse.
Si dice che la produzione serve solo a loro. Ci crediamo? Gli Usa sono anche il più grande rivenditore di petrolio ed ogni aumento del greggio comporta immensi introiti nell'economia americana. E di sicuro non ci raccontano a quanto ammontano le loro riserve, che con Messico e Norvegia, si fanno un baffo di Arabia, Iraq e Kuwait.
Altro punto tabù è la consistenza del debito pubblico USA, nessuno sa quanto è, forse nemmeno gli USA. Solo stime dicono che è superiore al 5% del GDP (il nostro pil). In fondo è' la loro garanzia, gli Usa non possono fallire. Oggi meno che mai. Il petrolio è legato al dollaro e finchè si dovranno usare verdoni per comprarlo il sistema reggerà, fino a quando?
Tutto questo per dire cosa?
Che finchè gli Imam, o chi per loro, riusciranno a trovare quantità sempre più grandi di fanatici, e fanatiche, votati alla morte perchè mossi da odio, non solo religioso, verso tutto quello che rappresenta una vita troppo diversa, per libertà, benessere, opportunità, da quella nella quale si sono trovati (o li hanno costretti) a vivere, noi potremmo restare, andare, tornare in Iraq, ma non ne caveremmo un ragno dal buco. Prima o poi spunterà sempre un dittatore che, fregandosene delle relazioni internazionali, promettendo lotta agli infedeli e libertà dalla schiavitù imperialista, prenderà di fatto il potere, con o senza elezioni.
Per dire che nessun governo occidentale ha il coraggio di emettere leggi che impongano produzioni di beni con maggiore durata, che obblighino ad un vero, (scientifico) riciclaggio di materie prime, che penalizzino chi eccede in consumi di combustibili fossili. Certo una politica a medio e lungo termine, che non darebbe risultati immediati e farebbe sicuramente perdere a tutti le elezioni. A lungo andare però ci eviterebbe il ricatto di chi, oltre al petrolio, non ha altre armi che questa violenza, figlia non solo della miseria, ma anchedella ricchezza che si può trovare, gratis, sottoterra.
Si teme, forse a ragione?, che il nostro benessere sia troppo "meritato"perchè possa essere ridimensionato ed allora ci dicono che, in nome della democrazia, bisogna cercare, ancora e altrove, nuova ricchezza, ma sempre sottoterra.

domenica, novembre 06, 2005

Aliunde alio

traduzione: da un argomento all'altro.
Negli altri blog scrivo di biblioteche, appalti e altre amenità.


In questo blog ho deciso di postare altri interventi su temi d'attualità senza un preciso ordine.

venerdì, ottobre 28, 2005

La riforma del dizionario italiano

Giornali e TV non potranno mai raccontarci tutta la verità, lasciandoci la rabbia di poter solo intuire, per maturata esperienza, quanto sia malato il tessuto sociale italiano.
Una rabbia che viene da lontano e coinvolge tutti gli ambiti delle relazioni socio-economiche: scandalo petroli, Eni Petromin, vino al metanolo, maghi e indovini, compagnie aeree, concorsi pubblici, appalti truccati, Sme, Imi Sir, pomodori e uova marce, pensioni d'invalidità, Enimont e le storie di tangentopoli, valvole cardiache, i bond tarocchi, Cirio e Parmalat. Senza scordare le stragi di stato, la P2, Gladio ed il terrorismo. La lista delle trame e delle truffe italiane è desolante e destinata ad allungarsi con nuovi scandali che si sovrappongono ai precedenti senza che nessuno riesca a porvi un freno.
L'anomalia più evidente, tutta italiana, è rappresentata dal perverso incrocio di interessi che, tra media, pubblicità, banche, assicurazioni, partiti e gruppi di potere, fa si che a parole tutti si dichiarano scandalizzati ma nella realtà nessuno è in grado di scagliare la fatidica prima pietra senza esserne a sua volta travolto. Si dice che il pesce inizia a puzzare alla testa ed è proprio la nostra classe dirigente politica quella che necessita per prima di una grande pulizia. Abbiamo accettato, o meglio, ci hanno fatto accettare come un fatto normale che in Parlamento siedano decine di indagati e condannati per vari reati, molti in via definitiva, per reati legati a mafia, finanza e corruzione. Chi ha provato a scriverlo o spiegarlo in televisione è stato allontanato ed emarginato. E' impensabile che questi deputati possano legiferare per il bene comune. Sarà impensabile, eppure sono lì a votare, come hanno votato, per l'abolizione in Italia del falso in bilancio quando l'America ha aumentato, fino a 25 anni!!!, le pene per i reati finanziari. Non basta. Buona parte della classe politica coinvolta, e condannata, nella tangentopoli del 92 si sta allenando per le elezioni del 2006.

I pochi che evidenziano questa, come altre, gravissime contraddizioni tra il dire, - in TV- ed il fare - in Parlamento - sono tacciati come disfattisti comunisti e pericolosi nemici della libertà.

Il presidente Ciampi aveva invitato gli operatori dell'informazione a tenere diritta la schiena e non sottomettersi alle pressioni dei potenti che hanno timore della verità. Un appello caduto nel vuoto, a quanto pare. Un esempio: nessuno ha detto, o scritto, che la Banca Popolare di Lodi ha rilevato la Banca Rasini (il cui factotum era Luigi Berlusconi) una banca d'affari che perfino Michele Sindona definiva "cassaforte di denaro illecito" e che è stata tra le prime a finanziare le attività immobiliari del figlio Silvio. Nessuno ha detto, o scritto, che la stessa BPL conservava i conti delle 38 società chiamate Italiane Holding, facenti capo a Silvio Berlusconi. Conti che la banca ha prima negato e poi ha dovuto mostrare agli ispettori della DIA e della Banca d'Italia, ma camuffati come "servizi di parrucchiera ed istituti di bellezza". Silenzio.

http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_Rasini

Forse era meglio se il Presidente della Repubblica invitava, non i giornalisti, ma gli studiosi del linguaggio a provvedere rapidamente ad alcune modifiche al dizionario della lingua italiana, oramai inadeguato a rappresentare la realtà. Si dovrebbe eliminare la parola "onesto" dal nostro lessico. Infatti colui che, come dice il De Mauro "si comporta e agisce con lealtà, con giustizia, con correttezza, astenendosi dal compiere azioni biasimevoli nei confronti del prossimo non è certo l'onesto, ma semplicemente il coglione.